Come a Giuseppe un sogno di parole è offerto anche a noi: è il Vangelo. E angeli mandati da Dio, nelle nostre case come in quella di Maria; messaggeri di sogni e progetti, come in quella di Giuseppe. Ci vuole coraggio per sognare, e non solo fantasia, per non accontentarsi del mondo così com’è. La materia di cui sono fatti i sogni è la speranza (Shakespeare). Tra i testimoni d’Avvento che rendono «testimonianza alla luce» (Gv 1,7.8), entra Giuseppe, uomo giusto che sogna e ama, non parla ma agisce. Cuore puro e mani callose, l’ultimo patriarca d’Israele, sigillo di una storia gravida di contraddizioni e promesse: la sua casa e i suoi sogni narrano una storia d’amore, i suoi dubbi e il cuore ferito raccontano storie di attese e di crisi. Prima che andassero a vivere insieme Maria si trovò incinta, allora Giuseppe pensò di ripudiarla in segreto. Di nascosto. Con l’unico modo trovato per salvare Maria. Basta che la corazza della legge venga appena scalfita dall’amore, ed ecco lo Spirito irrompere e agire. Mentre pensava a tutto questo, arriva in sogno un angelo… Giuseppe sa ascoltare i sogni che lo abitano, sono gli stessi di Dio, che gli dice: non temere di prendere con te Maria. Non temere, Dio interviene sempre in favore della vita. Nel Vangelo di Matteo gli angeli vengono sempre per lo stesso motivo: per annunciare la vita di Gesù, per proteggerne la vita da Erode, a Pasqua per annunciare che quella vita ha vinto la morte. Giuseppe tra la legge e l’amore sceglie Maria, perché «mettere la legge prima della persona è l’essenza della bestemmia» (Simone Weil). E così facendo diventa profeta che anticipa le scelte di Gesù, quando infrangerà la legge di Mosè per guarire il dolore dell’uomo. Eccoli i giusti! «La nostra unica regola è l’amore; lasciate la regola ogni volta che essa contrasta con l’amore» (sorella Maria di Campello). Maria e Giuseppe, poveri di certezze ma ricchi d’amore, aperti al mistero perché se c’è una cosa che apre la via all’assoluto questa è l’amore, luogo infinito dove arrivano angeli. Il Vangelo per Giuseppe riporta ben quattro sogni di parole. E ogni volta è un annuncio parziale, (prendi il bambino e sua madre e fuggi…) senza un orizzonte chiaro, senza la data del ritorno. Ma sufficiente per stringerli a sé e via in fretta verso l’Egitto, per poi riprendere la strada di casa. È la via imperfetta dei giusti e dei profeti, e di ogni credente. Giuseppe parte con Maria e quel figlio che non ha generato, di cui però sarà vero padre perché lo amerà, lo farà crescere, lo farà felice, gli insegnerà ad essere uomo e a sognare l’impossibile; a credere nell’amore. Come a Giuseppe un sogno di parole è offerto anche a noi: è il Vangelo. E ci sono offerti angeli mandati da Dio: portatori di belle notizie, nelle nostre case come in quella di Maria; messaggeri di sogni e progetti, come in quella di Giuseppe. I nostri angeli non hanno ali e dividono con noi pane e amore; vivono nella nostra casa come annunciatori d’infinito: angeli che nella loro voce ci fecondano della Parola di Dio.
padre Ermes Ronchi