”LA PENTECOSTE E’ IL COMPLEANNO DELLA CHIESA”
L’avvicinarsi della solennità di Pentecoste che il Papa ha definito «il compleanno della Chiesa». Il brano era tratto dalla Lettera di san Paolo ai Romani: «Il Dio della speranza vi riempia nel credere di ogni gioia e pace. Perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo». È lo Spirito, osserva Francesco, a farci sentire nel mondo «pellegrini e forestieri», a impedirci«di fermarci e diventare sedentari». Citando ancora san Paolo, nella Lettera agli Ebrei, Francesco ricorda che «la speranza è come un’ancora»: ci assicura fermezza e stabilità. Ma la speranza «è anche vela». In quanto ancora «dà sicurezza e tiene ancorata la barca tra l’ondeggiare del mare», in quanto vela ” raccoglie il vento dello Spirito e lo trasforma in forza motrice che spinge la barca, a seconda dei casi, al largo o a riva”. Il Papa poi parla di speranza e si esprime così: “Abbondare nella speranza significa non scoraggiarsi mai, sperare contro ogni speranza, anche quando viene meno ogni motivo umano di sperare, come fu per Abramo quando Dio gli chiese di sacrificargli l’unico figlio e per Maria sotto la Croce di Gesù”. E ribadisce: “Come potrebbe Colui che ci ha dato li Suo unico Figlio non darci ogni altra cosa insieme con Lui? La speranza non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo dentro ci spinge ad andare avanti, sempre avanti. Per questo la speranza non delude”. In seguito, Francesco parla di energia, un’ energia capace di muovere il mondo: “L’energia capace di muovere il mondo è l’azione dello Spirito di Dio che aleggiava sulle acque all’ inizio della creazione” dice Francesco. Questa consapevolezza ci spinge a rispettare il Creato, poiché «non si può imbrattare un quadro senza offendere l’Autore che l’ha creato”. La prossima festa di Pentecoste, conclude il Papa, «ci trovi concordi in preghiera, e il dono dello Spirito ci faccia abbondare nella speranza. Ci faccia sprecare in speranza con tutti quelli che più ne hanno bisogno».